Questo è il giorno come oggi21 gennaio 1943, quando 71 greci ufficiale da esercito greco e tra loro c’è l’eroe di Pindo, il colonnello Konstantinos Davakis lavello Adriatico. Tutti coscritti dell’epopea albanese, tutti prigionieri italiani, che li portarono nei campi di concentramento in Italia.
La maggior parte delle vittimeerano ufficiali: cinque colonnelli, due tenenti colonnelli, 9 maggiori, 13 capitani, 14 luogotenenti e 25 sottotenenti!
L’ammiraglia italiana “Citta Di Genova” fu affondata da un siluro di un sommergibile britannico; ha portato 152 ufficiali greci da Patrasso in Italia.
“Panico materiale”
Capo tribù Eracle Gerliotis, uno dei pochi superstiti, descrisse le sue avventure al giornalista-storico Tassos Kontogiannidis: “Nel pomeriggio del 20-1-1943 fummo traghettati sul piroscafo italiano Citta Di Genova, partito la sera e la mattina dopo cambiati per dal altezza di Corfù in Italia.Alla 14a ora, essendo in cima all’isola albanese di Sassonos, ricevemmo i primi siluri da un sottomarino britannico e disattivammo la nave, nella quale, oltre ai greci, c’erano più di 800 soldati italiani, che erano in congedo stesso, che aumentò man mano che i marinai italiani si impadronirono della barca e si allontanarono dalla nave. I pochi rimasti gettarono in mare le scialuppe di salvataggio. Le prime persone a saltare fuori bordo con i loro giubbotti di salvataggio personali e con i gommoni iniziarono ad allontanarsi dalla nave. Fu quindi sganciato il secondo siluro, che affondò immediatamente la nave, nella quale furono portati via la maggior parte dei passeggeri greci e italiani, che erano affondati a dalla potenza di una nave che affonda”.
Maniatis nelle montagne albanesi
Konstantinos Davakis era colonnello di fanteria e nacque nel 1897 a Kechrianika, Gerolimena, Laconia; studiò alla Evelpidon School e prese parte alla prima guerra mondiale e alla campagna dell’Asia Minore. Nel 1937 Davakis si ritirò con il grado di colonnello per motivi di salute. Nell’agosto 1940, in seguito al siluro “Elli”, fu ordinata la coscrizione parziale e Davakis tornò in servizio attivo.
La mattina del 28 ottobre 1940, quando avvenne l’invasione dell’Italia, il colonnello Davakis riuscì ad affrontare la 3ª Divisione Alpinista Italiana “Julia”. La vittoria della divisione di Davaki è considerata la prima sconfitta delle forze dell’Asse. L’eroico colonnello fu gravemente ferito al petto e sostituito. La guerra finì, la Grecia si arrese e la Germania e l’Italia (e la Bulgaria) stesero il velo oscuro dell’occupazione in tutto il paese. Mentre era ricoverato in un ospedale di Atene, Davakis fu arrestato, nel dicembre ’42, come ostaggio dalle autorità di occupazione italiane, insieme ad altri ufficiali, con l’accusa di resistenza.
Quelli catturati furono portati a bordo dal porto Patrasso sul piroscafo ‘Città di Genova’. Il tragico finale è descritto sopra. Tra i corpi recuperati, Konstantinos Davakis è stato identificato e sepolto ad Avlonas. Dopo la guerra, le ossa dell’eroico ufficiale furono ritrovate e sepolte Prima sepoltura di Atene.
Konstantinos Davakis ha anche un ricco corpus di scritti relativi alle operazioni militari e all’applicazione di nuove armi.