Spyros Perdiou©
Dopo “Tribes” e “As the River Goes”, il Teatro della Stazione premio – per la prima volta in Europa dopo la clamorosa prima newyorkese – l’ultimo lavoro del pluripremiato drammaturgo irlandese Edda Walsh “Felice” (“Medicina”), tradotto da Antonis Galeou e diretto da Manos Karatzogiannis. Si è scontrato con la recitazione Vera Makromaridou e Krystalli Zacharioudakis in caso di inizio di 17 dicembre. Il batterista Vangelis Paraskevaidis sarà con loro sul palco.
Come ci si sente ad essere rinchiusi senza sapere perché? Come ci si sente a ricevere un trattamento senza conoscerne l’esatta composizione? E qual è il contributo del teatro alla salute mentale degli esseri umani moderni? Queste domande sono state poste da un’abile allegoria, scritta in modo innovativo, piena di umorismo giocoso ed emozione genuina, sull’assenza di amore e sul nostro lungo e profondo bisogno di esso. I suoi personaggi sono intrappolati in strutture, regole e stili di vita che l’isolamento impone alle loro anime. Ma soprattutto “Hapi” è un appello alla solidarietà per comprendere e ascoltare i nostri vicini e prendersi cura di coloro che si sentono vulnerabili.
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Attori: Dimitris Imellos, Dimitris Kataleifos, Tasos Lekkas, Theodora Mastrominas, Nena Menti, Loukia Michalopoulou, Periklis Moustakis, Yiannis Dalianis, Nikos Poursanidis e Sofia Filippidou partecipano con le loro voci. La scenografia è stata disegnata da Konstantinos Chaldaios, i costumi da Vasiliki Sirma, le luci da Angelos Papadopoulos e la composizione musicale originale da Panagiotis Manuilidis.
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Note di Manos Karatzogiannis
“In una persona, la cosa più preziosa è poter raccontare una storia”, ha detto lo psichiatra e scrittore di prosa Giorgos Heimonas. Forse è l’unico modo per la “felicità”, se esiste una cosa del genere. Tuttavia, le pillole da sole non sembrano aiutare abbastanza. E ci ricorda “The Pill”, un uso teatrale terapeutico fin dall’antichità, soprattutto oggi dove le piattaforme digitali e le fiction televisive tanto decantate dal twitter greco sono diventate una priorità nell’intrattenimento del pubblico. Dove va l’anima e come si comporta l’uomo moderno? Se fosse stato sbloccato, si sarebbero svegliati o le sue numerose ferite non avrebbero “urlato”? E se striscia dall’inizio, riuscirà a ritrovare il filo? Forse un filo significa… “scopare con fermezza”. Sì, la storia di John Kane ci riguarda tutti!”
*Gli spettacoli di Natale e Capodanno non avranno luogo e saranno spostati al giorno successivo a Natale e Capodanno, ovvero lunedì 26/12 e lunedì 2/1 alle 21:00.
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