Conducendo a una tappa entusiasmante della sua carriera, Matteo Berrettini (Roma, 25 anni) sta guadagnando terreno e consolidandosi tra i più forti del circuito, con l’aspirazione ora ad andare oltre e iniziare a lucidare la scheda in cui sono emersi diversi titoli (cinque) , tutti lontani dal vincere un Grande Slam. Quello sul tappeto verde della regina era quello con il maggior numero di soddisfazioni fino a quel momento. Il romano, invece, è cresciuto e si è ambientato, e si dice completamente pronto per affrontare i grandi, dopo aver fatto un passo importante lo scorso anno arrivando alla finale di Wimbledon.
Non è un segreto: il tennis italiano — 1.96 e attualmente settima migliore racchetta dell’ATP, semifinalista agli US Open 2019 — è appassionato di servizio e diritto, uno dei circuiti più potenti al mondo. Se entra in campo e prende il controllo della zona libera, è molto difficile fermarsi, e oltre a fornire molta potenza al suo servizio, li dirige come se li stesse eseguendo con un pugno duro. telecomando da gioco. Tuttavia, ha un buco nel suo rovescio a due mani, una debolezza di cui Nadal sicuramente trarrà vantaggio.
“Volevo e sapevo di poterlo battere. Sono alle semifinali di un torneo importante per la terza volta, quindi ho il livello per farlo. Voglio andare oltre”, ha detto dopo aver schierato il veterano Gael Monfils nei quarti. Il francese gli ha preteso molto, ma gli ha chiuso la porta in 11 delle 14 occasioni in cui il francese ha cercato opzioni di riposo; Una specialità casalinga, visto che l’anno scorso Berrettini è stato il tennista più eccezionale quando si trattava di spegnere gli incendi, con una percentuale di successo del 73% quando si trovava in quella situazione. Le statistiche ATP dicono anche che nei calcoli globali (punti di interruzione convertiti, memorizzati, spareggio vincere e vincere nell’ultimo set) è il giocatore che si comporta meglio sotto pressione.
Al di là dei numeri, i dati evidenziano i progressi dell’italiano nelle situazioni di gara più difficili, un aspetto fondamentale per raggiungere il suo obiettivo finale: Adriano Panatta, vincitore del Roland Garros 1976, è l’unico rappresentante maschile nel suo Paese per il quale ha vinto uno Slam nell’era aperta (dal 1968). Berrettini vuole prenderlo, oggi al settimo passaggio valutazione e quindi il miglior italiano in classifica dopo Corrado Barazzutti, ottavo nel 1978.
“Ho scritto una piccola parte della storia del tennis in Italia, quindi sono orgoglioso”, ha detto prima della partita con Nadal, che ha affrontato in semifinale a New York tre anni fa; poi, 7-6(6), 6-4 e 6-1 per la vittoria della Spagna. Berrettini lo farà secondo di più Asso hanno firmato questo numero (92), dopo Maxime Cressy (95). Ha firmato 28 contro Pablo Carreño negli ottavi, il suo record, e nei quarti ha calmato la reazione di Carlos Alcaraz.
Allenato da Vicenzo Santopadre e campioni a Gstaad (categoria 250), Budapest (250), Stoccarda (250) e Belgrado (250), oltre al Queen’s (500), nessuno dei due ha il segno distintivo del cemento. Hanno perso 10 delle 12 partite contro i rivali di primi 5ha registrato solo due vittorie contro Dominic Thiem.
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