“La disponibilità del presidente Sergio Mattarella a scontare un secondo mandato, come richiesto dalla maggior parte dei partiti politici, dimostra il suo senso di responsabilità e impegno nei confronti del Paese e delle sue istituzioni”, ha affermato l’assessore regionale Mariastella Gelmini, che ha annunciato la decisione del presidente.

I partiti di governo italiano avevano precedentemente concordato di mantenere in carica Mattarella e il presidente del Consiglio Mario Draghi ha invitato il presidente a fare questo passo. Secondo una fonte citata da Reuters, il premier avrebbe chiesto al capo dello Stato di continuare in carica “per il bene e la stabilità del Paese”. Mattarella ha annunciato in passato di non volere che un secondo mandato presidenziale non esplicitamente proibito dalla costituzione diventi all’ordine del giorno in Italia.

I legislatori italiani e i rappresentanti regionali stanno cercando di eleggere un nuovo capo di stato in sei turni questa settimana. Ma nessuno ha raggiunto la maggioranza richiesta di 505 voti su 1.009 elettori, che è il minimo per le elezioni dal quarto turno; nei primi tre turni è richiesto il supporto di almeno due terzi del corpo di deputati, senatori e rappresentanti di contea. Mattarella ha ricevuto più volte il maggior numero di voti, nonostante il suo atteggiamento negativo. Al sesto scrutinio di venerdì, 336 elettori hanno votato per lui.

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Quando sabato Mattarella ha superato i 505 voti richiesti nell’ottavo turno di votazioni, c’è stata una standing ovation in parlamento, l’ufficio Reuters ha descritto l’atmosfera serale.

In precedenza, i partiti di estrema destra non erano riusciti a spingere per la loro candidata e presidente del Senato Elisabetta Casellati. Il premier Draghi è stato indicato anche come candidato a sostituire l’attuale capo dello Stato.

La particolarità delle elezioni presidenziali italiane è che non c’è un candidato ufficiale. Ogni elettore deve scrivere il nome del candidato alla presidenza sulla scheda elettorale a scrutinio segreto. La selezione potrebbe richiedere giorni. Il voto più lungo finora è stato il 1971, quando un nuovo capo di stato è stato eletto dal 9 al 24 dicembre e si è presentato solo al 23° turno. Giovanni Leone fu poi eletto presidente.

Una situazione simile si è verificata quest’anno nel 2013, quando, dopo cinque turni elettorali falliti, i capi dei maggiori partiti hanno convinto l’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano a rimanere nella più alta carica. Napolitano, allora 87enne, si è dimesso dopo due anni, nel 2015.