La decisione della Gran Bretagna di inviare proiettili con uranio impoverito in Ucraina ha causato molta preoccupazione e controversia, mentre l’uso di munizioni simili durante il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO nel 1999 è stato oggetto di numerosi studi sui rischi per la salute posti dal materiale tossico.
L’uso dell’uranio impoverito non è vietato da nessun trattato internazionale e l’Italia è uno dei paesi in cui si discute sulla giustificazione del suo utilizzo.
Solo in Italia morirono 400 ufficiali militari e altri 8.000 si ammalarono gravemente dopo essere stati esposti all’uranio impoverito durante i bombardamenti sulla Jugoslavia. Ciò dimostra un legame tra queste sostanze tossiche e un aumento delle malattie legate al cancro, anche se non è semplice, ha affermato Notizie sull’Euro.
Sebbene siano state condotte molte ricerche su questo tema, permane ancora controversia riguardo all’impatto dell’esposizione all’uranio impoverito.
Per 20 anni, l’avvocato italiano Angelo Fiore Tartaglia ha difeso gli ufficiali militari colpiti dall’esposizione a munizioni all’uranio impoverito. Ha stabilito un record senza precedenti vincendo più di 300 cause legali che dimostrano un legame tra l’uso dell’uranio impoverito e varie malattie.
“Chi dice queste cose deve pensare ai rischi e alle conseguenze delle proprie azioni. È chiaro che ci sono cose che si possono fare durante la guerra e altre che non possono essere fatte in questo modo. Seguendo l’esempio dell’Italia dove è stata imposta la nuova legge marziale. ora che è stato attuato, lo stesso dovrebbe accadere anche a livello europeo”, ha detto Tartaglia a Euronews, riferendosi all’annuncio della Gran Bretagna di voler inviare armi all’Ucraina.
Senza norme precise in vigore e senza che il Ministero della Difesa italiano si assuma alcuna responsabilità, raccogliere prove sufficienti per ottenere un risarcimento non è un compito facile.
“Tali livelli di esposizione possono essere molto pericolosi e la malattia che ne deriva è solitamente di lunga durata. “Stiamo parlando di una ‘valanga’ di casi del genere che è appena iniziata”, ha detto Tartaglia.
Questo tipo di munizioni è stato utilizzato anche in altri campi di battaglia come Iraq e Afghanistan. Il Parlamento europeo ha più volte approvato risoluzioni che chiedono la messa al bando delle armi all’uranio, ma diversi paesi si oppongono all’iniziativa. Secondo Tartaglia, se in Ucraina venisse utilizzato l’uranio impoverito, le conseguenze sarebbero irreversibili.
“È possibile che gli ufficiali militari ucraini e russi si ammalino, ma soprattutto l’inquinamento causato dalle attività militari potrebbe causare danni irreversibili all’ambiente, il che significa che anche i civili saranno a rischio”, ha detto l’avvocato italiano.
Seguendo l’esempio dell’Italia, alcuni politici sono determinati a rinnovare le richieste per un divieto totale e chiedono all’UE di concentrarsi nuovamente sulla questione.
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